Energie rinnovabili aziendali

Lo studio ArchiSos esegue la progettazione di impianti aziendali industriali, agricoli e commerciali che utilizzano fonti di energia rinnovabile, quali: solare termico, fotovoltaico, eolico, geotermico, biomasse, mini-idroelettrico e cogenerazione. Tra i generatori considerati ad alta efficienza e quindi equiparabili a quelli che utilizzano energie rinnovabili vi sono le caldaie a condensazione e le pompe di calore ad alta efficienza.
La normativa italiana prevede obblighi e incentivi per l’efficienza energetica degli edifici e l’integrazione delle fonti rinnovabili: dal rispetto degli indici di prestazione energetica e trasmittanza termica (D.Lgs. 192/05 - L. 244/07 - D.M. 11.3.08 e D.M. 26.1.10 - L. 90/13) si è arrivati ai vari incentivi per l’installazione di impianti e involucri edilizi efficienti (DM 28.7.05 e 5.7.12 - DLgs 28/11 - DM Sviluppo economico 23/06/2016 - DM 16/02/2016 Nuovo Conto Termico).
Sotto il profilo autorizzativo la materia è normata a livello comunitario, nazionale e regionale. Di seguito sono descritti gli investimenti e gli incentivi possibili per questo tipo di impianti aziendali medio-grandi che oltre a rappresentare un buon investimento incentivano la qualità dell’ambiente riducendo l’inquinamento.

Ultimo aggiornamento: ottobre 2017

Invia la richiesta di preventivo corredata dalle planimetrie e dai dati utili a definire l’entità del lavoro e vi invieremo un preventivo di massima nel quale vengono indicate le fasi, i tempi e i costi necessari. Per qualsiasi informazione contatta i nostri uffici e richiedi un appuntamento.

SOLARE TERMICO E FOTOVOLTAICO AZIENDALE

Il procedimento autorizzativo del solare termico e fotovoltaico è regolamentato dal D.Lgs 387/03, D.Lgs 28/11 e regolamenti locali.
In alcuni casi può essere utilizzata la semplice Comunicazione di inizio lavori al Comune:
- Intervento assimilato alla “manutenzione ordinaria” se l’impianto è aderente o integrato nei tetti di edifici esistenti e la superficie dell’impianto non è superiore a quella del tetto su cui viene realizzato.
L’intervento rimane nel campo di applicazione del codice dei beni culturali e del paesaggio.
- Intervento assimilato alla "manutenzione straordinaria" se l’impianto è realizzato su edifici esistenti o su loro pertinenze, inclusi i rivestimenti delle pareti verticali esterne agli edifici ed è realizzato al di fuori della zona A. In quest’ultimo caso non si può superare la soglia dei 200kW e, oltre alla Comunicazione al Comune, è prevista anche la presentazione di un'apposita relazione tecnica e la comunicazione dei dati identificativi dell'azienda.
Sono realizzabili tramite Procedura Autorizzativa Semplificata (PAS) i moduli su copertura non integrati e quelli a terra di potenza inferiore ai 20 kW.
Gli altri interventi sono assoggettati ad Autorizzazione unica in carico direttamente a Regioni e Provincie.
Gli incentivi per il solare termico e fotovoltaico sono invece differenti.
Le Imprese possono usufruire delle detrazioni per il solare termico che rientrano nei provvedimenti per il risparmio energetico e consentono di detrarre dall'IRPEF il 65% delle spese sostenute per tutto il 2017, per interventi sulle singole unità immobiliari entro i limiti di spesa pari a 60.000 euro. Se si installa un sistema termodinamico finalizzato alla produzione combinata di energia elettrica e di energia termica, possono essere oggetto di detrazione solo le spese sostenute per la parte riferibile alla produzione di energia termica.
Con la pubblicazione del DM 28.12.12 “Conto termico”, gli impianti solari termici sono incentivabili fino ad una superficie solare lorda di 1000 mq connessi allo stesso impianto termico. Questo tipo di incentivo è però conveniente solo per gli impianti di piccole dimensioni.
Gli impianti solari di grossa taglia non usufruiscono più di tariffe incentivanti dopo la chiusura del quinto conto energia. Per quanto riguarda le Imprese non sono presenti incentivi stabili per il solare fotovoltaico, ma periodicamente sono disponibili bandi regionali o statali che mettono a disposizione dei cittadini e delle imprese contributi a fondo perduto.
Esistono però forme alternative di incentivo al fotovoltaico industriale, come i SEU (Sistemi Efficienti di Utenza), sistemi di autoconsumo che sfruttano una connessione diretta tra produttore e consumatore di energia.
Con i SEU il produttore vende l’energia prodotta col fotovoltaico direttamente al consumatore finale, che si trova nello stesso luogo (prima dovevano essere la stessa cosa, oggi possono essere due soggetti diversi). Il consumatore finale, inoltre, può beneficiare dell’acquisto diretto dal produttore e contemporaneamente dei benefici dello scambio sul posto su tutta l’energia immessa in rete e prelevata dalla rete.
Operativamente:
• Si stipula un contratto di diritto privato (diretto) tra produttore e consumatore, senza intermediari.
• L’acquirente risparmia perché paga meno l’energia.
• Il produttore guadagna perché vende l’energia direttamente al cliente finale senza intermediari.
• Non ci sono costi di rete (trasporto, distribuzione, trasmissione, dispacciamento, …).
• Non ci sono oneri di sistema (in bolletta sono le componenti A, UC, MCT, ...).
• L’energia non venduta direttamente può essere valorizzata (dal consumatore finale) con lo scambio sul posto, esattamente come per i normali utenti del fotovoltaico.
I SEU, secondo la delibera 578/2013 dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, devono essere regolati operativamente dal GSE tramite il proprio portale.
l’Autorità dell’Energia Elettrica e il Gas opera riferendosi principalmente al Dlgs 115/08, alla Legge 99/09 e al DM 10 dicembre 2010.

sito AEEG
sito GSE

GEOTERMIA

Sono impianti che utilizzano il sottosuolo come serbatoio termico dal quale estrarre calore durante l’inverno e cedere calore durante l’estate. Sono sistemi applicabili ad edifici isolati o aziende connesse alla rete elettriche. Il grande vantaggio deriva dal fatto che un sistema geotermico racchiude in unico impianto le stesse funzioni normalmente demandate a due diversi apparecchi, cioè caldaie e condizionatori. Un impianto geotermico, se opportunamente dimensionato, è in grado di riscaldare e raffrescare un edificio senza l'ausilio di altri apparecchi.
Dal punto di vista autorizzativo le procedure non sono uniformi. Si distinguono nettamente due casi:
- Impianti con collettori orizzontali, la cui profondità massima di scavo non supera normalmente i due metri e non comportano interferenze con l'acqua di falda, per i quali non è necessario richiedere alcuna autorizzazione.
- Impianti con sonde verticali, che vengono realizzati trivellando il terreno fino a profondità medie di 100 metri, regolamentati dagli enti locali, in genere dalle Regioni e in alcuni casi direttamente dalle Province o dai Comuni.
L'autorizzazione per questi impianti geotermici, che rientra a pieno titolo nella materia relativa alla difesa del suolo e alla tutela delle acque, è di competenza regionale. Nella maggior parte dei casi, però, le disposizioni regionali non si occupano della geotermia, lasciando così un vuoto legislativo.
L'utilizzo geotermico dell'acqua di falda, con prelievo e scarico in falda, non contribuisce certamente a semplificare l'iter autorizzativo. Infatti occorre fare riferimento a numerosissime leggi statali (dal Testo unico n. 1775 del 1933 fino al Testo Unico Ambientale 152/2006) e regionali, che moltiplicano e disperdono le competenze. Inoltre, per il pozzo di prelievo e scarico dell'acqua di falda occorre fare riferimento anche alle prescrizioni contenute nel Dpr 236/88.
L’incentivo principale consiste nelle detrazioni del 65% che ha favorito la realizzazione di numerosi nuovi impianti geotermici con pompa di calore (per potenze inferiori ai 35kW). Inoltre, non va dimenticato che in alternativa alle detrazioni fiscali, gli impianti geotermici e le pompe di calore possono accedere al Conto termico (fino a raggiungimento del tetto di spesa stanziato dallo Stato). Non è agevolabile, l'installazione di sistemi di climatizzazione invernale in edifici che ne erano sprovvisti. Il limite massimo di spesa a cui si può applicare la detrazione del 65% è di 30.000 euro.
Un impianto geotermico si ammortizza in 4-9 anni considerando l’extra costo dell’impianto rispetto ad un sistema convenzionale a caldaia. Per un’abitazione di 130mq su un terreno mediamente captante il costo dell’impianto è di circa 15.000 €. Bisogna aggiungere inoltre che in un impianto geotermico le manutenzioni sono praticamente inesistenti e la vita media di una pompa di calore geotermica si stima essere pari ad almeno il doppio della vita media di una caldaia.

BIOMASSE

Il principale beneficio ambientale apportato dagli impianti a biogas, consiste in un importante contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Infatti una quota consistente delle emissioni globali di metano (15-18%), deriva proprio dai processi digestivi e dalle deiezioni animali, soprattutto di bovini e suini.
Dal punto di vista delle emissioni inquinanti, la combustione del biogas presenta tutti i vantaggi tipici del gas metano rispetto agli altri combustibili fossili: livelli molto bassi di idrocarburi volatili e di ossido di azoto e azzeramento di sostanze molto pericolose per la salute come piombo, zolfo e polveri sottili.
Le biomasse da legno, ossia la combustione del legno può essere considerata "CO2 neutra", poiché l'anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta, durante la crescita, mediante il processo di fotosintesi. La differenza tra la CO2 di origine vegetale (biomassa) e quella di origine minerale (fossile) non risiede nella "qualità" dell'emissione, ma nella sua rinnovabilità. Infatti l'anidride carbonica contenuta nei combustibili fossili e immessa oggi in atmosfera, è stata fissata milioni di anni fa da piante che non possono più compensarne il rilascio con la fotosintesi. Naturalmente questo bilancio ambientale non tiene conto della CO2 di origine fossile prodotta in fase di raccolta, trasformazione e trasporto della biomassa. Tutte queste fasi della filiera richiedono un certo dispendio energetico con conseguenti emissioni di gas serra in atmosfera. Anche per questa ragione sono da preferire le filiere corte e le produzioni locali, oltre all’installazione di stufe e caminetti ad alta efficienza.

POMPE DI CALORE E CALDAIE A CONDENSAZIONE

Si tratta di generatori per la climatizzazione e la produzione di acqua calda sanitaria ad alta efficienza. Per poter usufruire degli incentivi l’installazione deve configurarsi come sostituzione integrale o parziale del vecchio impianto termico e non come nuova installazione.
Le pompe di calore devono garantire un coefficiente di prestazione (COP) e, qualora l’apparecchio fornisca la climatizzazione estiva, un indice di efficienza estiva (EER) almeno pari ai valori minimi fissati dal DM 6.8.09.
Dal 2012 è possibile usufruire delle detrazioni fiscali anche per la sostituzione di scaldacqua a pompa di calore.
Tra le spese agevolabili al 65% fino al 31 dicembre 2015, rientrano a pieno titolo gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia e gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.
Per fruire dell'agevolazione è necessario, quindi, sostituire l'impianto preesistente e installare quello nuovo.

EOLICO

Le macchine eoliche di piccola taglia possono essere utilizzate per produrre elettricità per singole utenze o per gruppi di utenze, collegate alla rete elettrica in bassa tensione. Le macchine di media e grande taglia sono utilizzate prevalentemente per realizzare centrali eoliche composte da più turbine, collegate alla rete di media o di alta tensione.
I procedimenti autorizzativi sono regolati dal DM 10.9.10 (Linee guida nazionali).
Vi sono diverse procedure che l’impianto deve affrontare in funzione della sua taglia:
• interventi assoggettati solo alla Comunicazione all’Ufficio tecnico del Comune, a sua volta eventualmente completata da Concessioni, Autorizzazioni, Valutazioni di impatto o di incidenza ambientale, ecc., come per gli impianti realizzati su edifici con altezza non superiore a 1,5m e diametro non superiore ad 1m.
• interventi assoggettati alla Procedura autorizzativa semplificata (PAS), introdotta dal Dlgs 28/2011, come per gli impianti di taglia inferiore ai 60 kW.
• interventi assoggettati ad Autorizzazione unica, a sua volta eventualmente completata da Concessioni, Autorizzazioni, Valutazioni di impatto e di incidenza ambientale, ecc.
Le Linee guida delineano inoltre gli altri criteri con i quali le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri soggetti implicati nei processi autorizzativi si devono confrontare rispetto ai criteri per l'inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio, anche mediante l'individuazione di aree non idonee per specifiche tipologie di impianti e la definizione di misure compensative. Molte Regioni, nei sette anni intercorsi tra il Dlgs 387/2003 e la pubblicazione delle Linee guida, si sono munite di normative autonome, non sempre compatibili con le indicazioni nazionali e si trovano ancora oggi a dover raccordare le esigenze nazionali con il “già fatto” a livello locale.
Gli incentivi (DM 6.7.12) sono riconosciuti sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete dall’impianto, mentre l'energia elettrica autoconsumata non ha accesso agli incentivi. E’ stabilito un tetto massimo di incentivi annui oltre il quale non sono più incentivabili ulteriori impianti eolici, è quindi estremamente importante verificare la disponibilità di fondi al momento dell’attivazione di un investimento.
Sono previste diverse forme di incentivo per l’eolico.
La Tariffa Omnicomprensiva è un sistema incentivante della durata di 15 anni, che garantisce al futuro produttore un guadagno di 0,30 € per ogni kWh immesso nella rete elettrica. In base alla potenza dell'impianto sono previsti due distinti meccanismi:
• una tariffa incentivante omnicomprensiva per gli impianti di potenza fino a 1 MW, determinata dalla somma tra una tariffa incentivante base e l’ammontare di eventuali premi (es. riduzione emissioni).
• un incentivo per gli impianti di potenza superiore a 1 MW e per quelli di potenza fino a 1 MW che non optano per la tariffa omnicomprensiva, calcolato come differenza tra la tariffa incentivante base – a cui vanno sommati eventuali premi a cui ha diritto l’impianto - e il prezzo zonale orario dell’energia (riferito alla zona in cui è immessa in rete l’energia elettrica prodotta dall’impianto).
Alla scadenza dell’incentivo si potrà scegliere se entrare nel mercato libero o rimanere sotto “tutela” da parte del GSE attraverso il “ritiro dedicato” a tariffe agevolate. La Tariffa omnicomprensiva risulta conveniente in proporzione alla potenza installata: maggiore è l’ammontare di energia che potrà essere prodotta e più conveniente sarà questa scelta.
Lo scambio sul posto, invece, non prevede nessun vincolo di tempo e nessuna effettiva vendita di energia al Gestore dei Servizi. Ogni trimestre viene calcolato il bilancio tra l’energia prodotta e quella consumata: se il bilancio è negativo verrà addebitato in bolletta, se risulta positivo l’utente avrà un credito sulle fatturazioni future (non soggetto a scadenza). Il guadagno al momento si attesta intorno agli 0,20 € per kWh, variabile in futuro con il mutare delle condizioni economiche di fornitura energetica. Il limite di potenza per l'attivazione dello scambio sul posto è di 200 kW.
Negli ultimi anni gli Istituti bancari hanno cominciano a proporre soluzioni per chi ha scelto formule di produzione energetica differenti, micro e minieolico compresi (“Linea Rinnovabili ed Efficienza” frutto di un accordo tra Legambiente e Banca di Credito Cooperativo; “Mutuo Micro e Macro Rinnovabile” di Banca Etica; “Montepaschi Energie Pulite” di Monte dei Paschi di Siena).
L’ammortamento di un impianto eolico è di 7-8 anni. L’investimento richiesto per impianti che vanno da 1 a 3 MW è di circa 1.350 €/kW, mentre per mini impianti da 20 a 200 kW è di circa 3.200 €/kW.
Da valutare bene però la ventosità del sito scelto, fattore decisivo per un recupero dell’investimento in pochi anni.

MICRO E MINI IDROELETTRICO

Si definisce micro idroelettrico un impianto di taglia inferiore ai 100 kW di potenza e mini idroelettrico un impianto di taglia inferiore ai 1.000 kW. Sono caratterizzati da un limitato impatto ambientale, dal momento che l'impianto non comporta di norma limitazioni o modifiche all'utilizzo prevalente del corso d'acqua.
Il salto e la portata sono i criteri fondamentali per il dimensionamento dell'impianto, cioè per la scelta della potenza della turbina, che deve tenere conto anche dell'utilizzo che si intende fare dell'elettricità prodotta (autoconsumo o vendita alla rete). E’ necessaria la disponibilità di un salto d'acqua (bastano pochi metri) e una portata d'acqua costante (fiumi e canali a regime costante).
Dal punto di vista autorizzativo il DLgs 387/2003 indica in 100 kW la potenza elettrica al di sopra della quale gli impianti idroelettrici devono essere autorizzati mediante Procedimento unico. Al di sotto dei 100 kW, invece, è possibile optare per la PAS (Procedura abilitativa semplificata).
Il DM 10.9.10 (linee guida nazionali) prevede che gli impianti idroelettrici realizzati in edifici esistenti possono essere realizzati con semplice Comunicazione di inizio lavori al Comune, purché abbiano una capacità di generazione compatibile con il regime di Scambio sul posto (e quindi non superiore a 200 kW).
E’ necessario il possesso della Concessione di derivazione di acque pubbliche superficiali per uso idroelettrico che per le "piccole derivazioni" d'acqua con potenza nominale media inferiore ai 3 MW è in genere rilasciata dalla Provincia.
L’incentivo stabilito dal DM 6.7.12 per l'elettricità prodotta da impianti idroelettrici fino a 1 MW con una tariffa onnicomprensiva. In alternativa si può optare per servizio di Scambio sul posto (fino a una potenza massima di 200 kW).
La Tariffa onnicomprensiva consiste nel riconoscimento di 0,257 € per ogni KWh di elettricità netta prodotto e immesso nella rete elettrica da impianti inferiori a 20 kW e 0,219 € da impianti tra 20 e 500 kW. L'incentivo viene corrisposto per un periodo di 20 anni.
La fonte idroelettrica a differenzia dalla maggior parte delle altre fonti rinnovabili eroga energia elettrica in maniera continuativa, quindi non richiedere la presenza di costose e ingombranti batterie di accumulo dell'elettricità prodotta. Grazie ai moderni sistemi di controllo e regolazione, l'elettricità (in corrente continua) inviata alle utenze viene istantaneamente adeguata alla richiesta elettrica delle utenze stesse. L'energia in surplus rispetto al fabbisogno è automaticamente deviata verso sistemi dissipativi, oppure, verso resistenze elettriche in grado di riscaldare l'acqua calda per usi sanitari e per il riscaldamento, consentendo il massimo grado di autonomia energetica.
I tempi di ammortamento di un impianto micro idrolettrico sono nell'ordine dei 15-20 anni per impianti di potenza compresa tra i 10 e i 100 kW. In linea generale, per il micro e mini idroelettrico valgono le economie di scala, quindi per impianti di mini idroelettrico i tempi di ammortamento possono scendere notevolmente se le opere edili sono limitate.
Tra tutte le rinnovabili, la fonte idroelettrica è una di quelle che presenta le maggiori difficoltà nel momento in cui si tenta di ipotizzare un costo di investimento medio per kW installato, perché bisogna tenere conto delle eventuali opere civili (canali di presa, opere di sbarramento, ecc.), che nella determinazione del costo complessivo incidono fino al 50%.
Indicativamente il costo per il micro idroelettrico è di 2.000-3.000 € / kW.
Si tratta di risultati economici molto interessanti, che devono tenere conto anche di una lunga vita utile dell'impianto, stimabile in almeno 25-50 anni e un elevato fattore di utilizzo, cioè un elevato numero di ore equivalenti annue di funzionamento dell'impianto alla potenza nominale (3.000-5.000 ore/anno).

COGENERAZIONE

La cogenerazione è il processo di produzione contemporanea di energia meccanica (solitamente trasformata in energia elettrica) e di calore: si ottiene così un significativo risparmio di energia rispetto alla produzione separata dell'energia elettrica (tramite generazione in centrale elettrica) e dell'energia termica (tramite centrale termica tradizionale). La cogenerazione viene realizzata in particolari centrali termoelettriche, dove si recupera l'acqua calda e l’energia elettrica prodotti da un motore alimentato a combustibile fossile (gas naturale, olio combustibile, ecc.) o da combustibili organici non fossili (biomasse, biogas, gas di sintesi, o altro).
La taglia degli impianti di cogenerazione variano da pochi kW a centinaia di kW. La cogenerazione con potenza elettrica inferiore ad 1 MW si definisce piccola cogenerazione, quella con potenza inferiore a 50 kW microcogenerazione, e viene effettuata tramite motori alternativi a combustione interna, microturbine a gas o motori a ciclo Stirling. La differenza principale tra la piccola cogenerazione e la microcogenerazione consiste nel fatto che nella piccola cogenerazione l'energia termica è un prodotto secondario, mentre la microcogenerazione è diretta principalmente alla produzione di calore e secondariamente di energia elettrica.
Sono sempre di più diffuse sul mercato impianti delle dimensioni di una lavatrice, le cosiddette mini e micro centrali elettriche a cogenerazione per case unifamiliari, piccole imprese e hotel.
L'energia termica può essere utilizzata per uso industriale o condizionamento ambientale (riscaldamento, raffreddamento). Un particolare campo dei sistemi di cogenerazione è quello della trigenerazione: consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali.
Per ottenere gli incentivi è necessario installare impianti di Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) che rispettino i vincoli definiti nel DLgs 20/07, come integrato dal DM 4.8.11.
I tempi di ritorno dell’investimento sono in genere inferiori ai 5 anni.

CHI PUÒ ACCEDERE ALLE DETRAZIONI FISCALI:

Possono accedere alla detrazione non solo i proprietari degli immobili sui quali vengono realizzati gli impianti, ma anche gli inquilini o i comodatari. Nello specifico:
• il proprietario o il nudo proprietario
• il titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
• l'inquilino o il comodatario
• i soci di cooperative divise e indivise
• i soci delle società semplici
• gli imprenditori individuali, solo per gli immobili che non rientrano fra quelli strumentali o merce.
Per richiedere la detrazione del 50% bisogna:
• pagare i lavori tramite bonifico bancario o postale (modello per ristrutturazione edilizia) in cui devono figurare: la causale specifica del pagamento, ed i dati del pagante e del ricevente (C.F o P.IVA)
• indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell'immobile su cui viene realizzato l'impianto fotovoltaico
• conservare fatture di acquisto, ricevute dei bonifici effettuati, permessi e autorizzazioni comunali in materia edilizia e urbanistica o apposita dichiarazione dell'atto sostitutivo di notorietà del beneficiario
Per richiedere la detrazione del 65% bisogna:
• pagare i lavori tramite bonifico bancario o postale (modello per risparmio energetico) in cui devono figurare: la causale specifica del pagamento, ed i dati del pagante e del ricevente (C.F o P.IVA)
• inviare per via telematica all'ENEA i documenti necessari relativi all'intervento effettuato
• indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell'immobile su cui viene realizzato l'impianto fotovoltaico
• conservare la ricevuta di invio telematico all'ENEA
• conservare fatture di acquisto, ricevute dei bonifici effettuati, permessi e autorizzazioni comunali in materia edilizia e urbanistica o apposita dichiarazione dell'atto sostitutivo di notorietà del beneficiario